"Non falliscono le persone che provano a cambiare e non ci riescono ma quelle che si lamentano sempre senza provare"Robysjack
In questo difficile contesto storico, economico e sociale, abbiamo la fortuna di vivere nel paese più bello del mondo, la politica non deve dividere, bensì avere la capacità di unire, cercando di lavorare in modo costruttivo per trovare quelle soluzioni necessarie per contrastare e vincere questa crisi, mettendo al centro gli interessi dei cittadini, rispetto a quelli dei partiti e del consenso elettorale. Crediamo in un benessere collettivo dove gli interessi di tutti a prescindere dal proprio lavoro devono essere considerati e tra loro sinergici nel rispetto dei diritti e doveri di ogni cittadino. Per questo, tifiamo per il nostro paese a prescindere da chi governa e speriamo di cuore, che si possa costruire una politica capace di collaborare per dare soluzioni concrete alle tante aspettative nel rispetto dei ruoli e delle diversità di ognuno. Con spirito propositivo, abbiamo costituito in data 30 maggio 2022 l’associazione DEMOCRAZIA SENZA PARTITI, un Movimento a termine e di scopo con un duplice obiettivo; proporsi alle elezioni nazionali per governare un’intera legislatura attraverso il coinvolgimento di persone autorevoli e competenti, contestualmente effettuare tutte le riforme necessarie che questo paese aspetta da decenni, compresa una sostanziale modifica costituzionale che parta dall’art. 49.
Le elezioni anticipate non ci hanno permesso di presentarci e abbiamo ritenuto incoerente provare a fare alleanze tattiche che ci permettessero di avere la possibilità di presentare il nostro simbolo, nonostante siamo consapevoli dell’importanza del riconoscimento istituzionale, ma crediamo che la nostra coerenza rispetto a quanto abbiamo detto e scritto debba essere messa al primo posto. Crediamo comunque che la nostra proposta possa dare un contributo per riflettere su un nuovo modo di fare politica. La proposta di riforma, punto cardine del Movimento è aperta a qualsiasi suggerimento, nel rispetto dei principi fondamentali espressi nella nostra costituzione, vuole provare a cambiare l’attuale paradigma della politica, sostituendo la centralità delle scelte oggi effettuate nelle segreterie di partito, con un sistema regolamentato che ponga, al centro, i Sindaci direttamente eletti dai cittadini, i Presidenti di Regione e il riconoscimento delle qualità personali dei candidati. I Sindaci, assumono il primo ruolo fondamentale nell’attuazione della riforma, sono loro le sentinelle dei territori, i principali punti di riferimento per i cittadini, quelli che conoscono i problemi delle loro comunità e cercano di risolverli. La procedura per le elezioni Comunali rimane invariata poiché, riteniamo fondamentale riconoscere l’importanza delle tante sezioni locali e delle liste civiche, composte da persone che si impegnano quotidianamente sui loro territori per collaborare insieme al Sindaco eletto, all’amministrazione del proprio Comune. Per le elezioni Regionali e Nazionali, proponiamo invece la trasformazione dei partiti/movimenti politici nazionali così come oggi sono strutturati, attraverso l’istituzione di due nuovi organi costituzionali “l’Assemblea Regionale dei Sindaci” e “l’Assemblea Nazionale delle Regioni”. Il ruolo dei partiti nazionali non sarà più indispensabile, perché a proporre ai cittadini i candidati per le elezioni Regionali sarà un sistema ancora più democratico e rappresentativo; per le Regioni, l’Assemblea Regionale dei Sindaci, mentre per i candidati alla Presidenza del Consiglio dei Ministri sarà L’assemblea Nazionale delle Regioni. Con questo sistema riteniamo si possano creare le condizioni per mettere al centro le persone, le loro capacità, rendendoli indipendenti dalla cosiddetta disciplina di partito. Al fine di ottimizzare e velocizzare il funzionamento dell’iter legislativo, la proposta prevede la possibile abolizione di una delle due Camere del Parlamento, con la costituzione di un’unica Camera dei deputati e la riduzione del numero dei Parlamentari, l’elezione diretta del Presidente del Consiglio da parte dei cittadini e il mantenimento del Presidente della Repubblica quale importante figura di garanzia modificando ed implementando l’attribuzione di alcune delle sue competenze. L’obbiettivo è quello di provare a costruire una nuova forma di politica nazionale, ancora più democratica, snella, composta da persone competenti in grado di durare per tutta la legislatura, potendo così pianificare politiche strutturali a medio e lungo termine nell’interesse del paese, una politica in grado di valutare gli effetti delle proprie scelte prima di attuare piani o legiferare norme che condizioneranno la nostra società. Oggi più che mai, occorre acquisire e mantenere una posizione di riferimento e centralità per l’Europa, non sono più oggettivamente sostenibili, governi che durano dai 12 ai 18 mesi al massimo, poiché le azioni che dobbiamo intraprendere sia a livello generale che nelle materie di competenza dei molteplici ministeri, presuppongono inevitabilmente una conoscenza dello stato dell’arte e una pianificazione a medio lungo termine che deve essere costantemente monitorata per almeno un’intera legislatura.
Occorre confinare le campagne elettorali in momenti temporali limitati e definiti, cercando di alimentare tra i politici il confronto costruttivo sui problemi del paese, al fine di intendere anche insieme, soluzioni condivise nell’interesse dei cittadini e non del proprio schieramento politico. Il tutto, con il massimo rispetto per quello che è stato fatto nel passato da molti partiti, attraverso i loro rappresentanti, uomini e donne che hanno creduto negli ideali politici, lavorando per lo sviluppo economico e democratico del nostro paese. Oggi, la politica evoluta attraverso i partiti nazionali, ha costruito una visione di appartenenza, dove spesso, la disciplina di partito, prevale sulle capacità e volontà personali. La condivisione dell’opinione di un avversario politico o di un programma, sul quale sviluppare argomenti comuni nell’interesse della collettività è un fatto raro. Da troppi anni, i cittadini vedono dissolvere tempo e denaro in parole e liti, percependo inoltre, uno scollamento tra la realtà della vita comune e la capacità della politica di dare risposte concrete alle tante esigenze della maggioranza della popolazione. Dobbiamo dare ai cittadini maggiore fiducia e al tempo stesso far rispettare le regole con tempestività, il tanto atteso sistema meritocratico è quasi inapplicato, incagliato in una sorta di garantismo per tutti a tutela di tutti e di nessuno, la peculiare burocrazia del nostro paese, anch’essa a tutela di un meccanismo voluto da pochi e apprezzato da nessuno, non riesce ad essere definitivamente riformato nonostante le tante buone intenzioni di tutti. Crediamo occorra creare la consapevolezza che ogni cittadino deve fare la sua parte, perché non ci sarà nessun partito e nessuna riforma che possa far migliorare una nazione, se gli uomini e le donne che compongono la società, non riconoscono le proprie qualità e i propri difetti e su di essi, maturino l’esigenza di un comportamento diverso, finalizzato a costruire una società basata su regole semplici, chiare, di buon senso e vicine alle esigenze del bene comune nel rispetto delle capacità individuali e collettive. Il nostro benessere, però, non può essere garantito solo da noi stessi: dobbiamo cercare e riconoscere nella società civile le qualità altrui, quelle capacità necessarie che possano garantire, attraverso il voto, la scelta di donne e uomini in grado di legiferare il nostro vivere quotidiano nell’interesse collettivo. La meritocrazia, il senso di giustizia ed equità, la voglia intrinseca in ogni cittadino di vivere in una società capace di funzionare secondo regole condivise dalla maggioranza della popolazione, dove le ingiustizie vengono fortemente combattute con un’adeguata gradualità rispetto alla gravità degli eventi, deve potersi realizzare pienamente, se non vogliamo essere sopraffatti dalla burocrazia, dall’individualismo e dalla sfiducia nelle istituzioni e nel futuro del nostro bellissimo paese. Nel massimo rispetto di tutte le Vostre opinioni, non soffermatevi a giudicare la denominazione del Movimento, seppur significativa, ma vi invitiamo a leggere l'intera proposta e ad aiutarci a condividerla. Grazie PrefazioneDemocrazia senza partiti Sono molto lieto di redigere la Prefazione a questo interessante volume, e nel farlo non voglio limitarmi a considerazioni di circostanza, ma intendo invece focalizzare l’attenzione del futuro lettore sulle indubbie connotazioni di originalità dell’opera. Essa non è né una sorta di “libro dei sogni”, volto alla formulazione di un progetto destinato ad infrangersi di fronte alle miopie ed agli egoismi di tanti, né un “prodotto finito”, che deve essere accettato o rifiutato nella sua interezza, senza possibilità di interventi o correzioni. Al contrario il libro, come chiaramente indicato dal suo autore, tende ad offrire lo spunto iniziale per un dibattito ampio e profondo, destinato a ispirare una rivisitazione di impostazione connotate da incrostazioni del passato, permettendo così al nostro Paese un reale, decisivo passo in avanti sulla strada della reale partecipazione della collettività ai grandi processi decisionali, trasformando il “popolo” da mero spettatore, adulato solo in occasione delle continue sfide elettorali ma poi di fatto “dimenticato”, a vero cuore decisionale e centro propulsore del sistema. Già nelle prime pagine del volume sono contenuti gli elementi che ne evidenziano la connotazione sotto più di un aspetto “rivoluzionaria” rispetto all’attuale modello politico, anche se in realtà questa “rivoluzione” non è altro se non un tentativo di ritorno alle forme più autentiche di democrazia, alla ricerca diretta finalmente a far sì che le singole realtà locali rappresentino il “centro” del dibattito decisionale. Lo scopo è quello di trasferire dalle segreterie dei partiti alle comunità territoriali il cuore pulsante della politica italiana.
La “filosofia” dell’intero scritto è quella di porre termine all’attuale degenerazione del dibattito ideologico, caratterizzato da scontri continui ove lo scopo perseguito, spesso, non è, purtroppo, quello di garantire il reale interesse del Paese ma solo di “colpire” l’avversario, con toni verbali sempre più aggressivi, caratterizzati da aspetti di vero e proprio odio nei confronti di chi non condivide determinate soluzioni. Molto correttamente nel volume viene posta in luce l’esigenza di un «confronto costruttivo» al fine di pervenire invece a «soluzioni condivise» nell’interesse dei cittadini.
In altri termini, il dialogo dovrebbe sostituirsi allo scontro continuo.
Il saggio non si inserisce affatto nel quadro dell’“antipolitica” populista. L’Autore esprime rispetto, come viene espressamente affermato nel testo, in ordine a quanto è stato fatto per l’Italia da coloro i quali, nei vari schieramenti politici, hanno creduto in determinati ideali, lavorando per lo sviluppo economico e democratico del nostro Paese. Viene invece, giustamente, censurata la politica “urlata”, connotata solo dalle invettive verso gli avversari, tesa unicamente a denigrare e distruggere, laddove, al contrario, si dovrebbe avere l’umiltà e la capacità di accogliere invece visioni costruttive pronte anche a comprendere le idee differenti dalle nostre, qualora esse possano condurre a risultati costruttivi. Come recentemente mi ha detto l’estensore di questo volume, bisogna evitare il protrarsi della prassi distorta in base alla quale i partiti all’opposizione, “per principio” contestano qualunque progetto delineato dalla maggioranza governativa e, parimenti, i partiti di maggioranza rifiutano aprioristicamente, molto spesso, di tener conto delle proposte dell’opposizione.
Al centro della scena politica, oggi, vi è infatti lo scontro fra partiti, e non il benessere della collettività.
Il volume tiene inoltre conto della difficilissima situazione economica in cui versa attualmente l’Italia. Viene ricordato come l’ultima relazione della Commissione Europea del 13 febbraio 2020 collocasse il nostro Paese all’ultimo posto nelle stime di crescita del PIL. La situazione si è poi ulteriormente e drammaticamente aggravata a causa delle ricadute derivanti dalla pandemia epidemiologica collegata al virus COVID – 19, che hanno prodotto effetti devastanti, collegati alla chiusura imposta a buona parte delle attività commerciali, nell’ambito di vari lockdown, che si sono protratti per un significativo arco temporale. L’Autore dello scritto ritiene fondamentale porre al centro del dibattito le comunità locali, dando pertanto rilievo preminente al ruolo dei Sindaci e dei Consiglieri comunali. Assolutamente condivisibile, in un’ottica di reale trasparenza, appare la proposta in base alla quale per le elezioni comunali dovrebbe essere imposto l’obbligo da parte dei candidati a Sindaco di indicare preventivamente la loro eventuale “squadra di Governo”.
Il libro mira inoltre a ridisegnare l’intero contesto degli ulteriori organi amministrativi e di governo, lasciando peraltro ai futuri dibattiti la risoluzione di uno snodo strategico, rappresentato dalla valutazione circa l’opportunità o meno di proseguire lungo la linea tratteggiata dalla riforma Del Rio, volta alla soppressione delle province. Un passaggio decisivo e davvero “rivoluzionario” è rappresentato dalla proposta tendente all’elezione diretta del Presidente del Consiglio. Scomparirebbe dunque al riguardo la voce dei partiti; non a caso l’Autore opera il richiamo alla “democrazia senza partiti”, in omaggio alle intuizioni, all’epoca considerate utopistiche, di Adriano Olivetti.
Al di là dei concreti meccanismi proposti, e sui quali certamente si soffermerà l’attenzione dei lettori, è importante rimarcare quella che rappresenta una delle connotazioni del volume, costituita dalla consapevolezza della necessità di garantire che i Sindaci rappresentino la reale espressione della volontà popolare e non siano invece “catapultati dall’alto” dalle segreteria dei partiti, e parimenti di far sì che gli elettori, nello scegliere i soggetti chiamati ad amministrare i territori in cui vivono, effettuino la loro scelta sulla base delle capacità e della rettitudine di questi ultimi, e non perché essi sono stati indicati da leader ritenuti carismatici a livello nazionale. Citando quasi letteralmente un passaggio molto significativo del volume, e che si condivide totalmente, è stato osservato come nell’era della comunicazione i segretari nazionali dei vari partiti sono spesso diventati dei “trasportatori di voti”, con campagne mediatiche molto pubblicizzate, ove la loro presenza sui territori, limitata peraltro solo al periodo elettorale, appare determinante per l’esito del voto. Tutto ciò sminuisce l’importanza di quello che invece dovrebbe essere l’aspetto fondamentale, e cioè la valutazione da parte degli elettori dei singoli candidati locali, facendo dimenticare, come sottolineato dall’Autore, che a governare sul territorio saranno i candidati locali, e che pertanto il giudizio va focalizzato unicamente su di loro e sui loro programmi. Le speranze dello scritto si appuntano proprio sui sindaci, che assumerebbero un ruolo centrale nell’attuazione della riforma proposta; essi vengono definiti le “sentinelle del territorio”, e tale terminologia appare a nostro giudizio del tutto corretta, in quanto sono o almeno dovrebbero essere in grado di conoscere pienamente i reali problemi delle rispettive comunità e gli strumenti idonei a risolverli.
Il volume non è certo un compendio di proposte magari allettanti ma probabilmente irrealizzabili; al contrario prospetta una serie di indicazioni, alcune delle quali potrebbero immediatamente trovare una concreta attuazione. Emblematica al riguardo è la proposta di un “Election day”, tendente a concentrare in un unico giorno le elezioni dei vari organismi politici, con evidente notevolissimo risparmio di spese. Si eviterebbe infatti la attuale continua dilapidazione di denaro pubblico dovuta alle continue votazioni, e soprattutto verrebbe meno l’attuale velenosa situazione di stallo caratterizzata dalla sussistenza di una campagna elettorale “permanente”.
Siamo dunque in presenza di un saggio indubbiamente significativo, in relazione al quale il lettore deve essere ben conscio di trovarsi di fronte ad un crogiuolo di progetti e non di proposte meramente utopistiche. Susciterà certamente unanime condivisione da tutti coloro i quali avranno la possibilità di approfondirne il contenuto l’impostazione che rappresenta la più significativa specificità del volume, volta a pervenire ad una differente visione di fondo dello stesso concetto di politica, alla luce di una logica ispirata ad una reale attenzione alle esigenze della collettività e volta a porre fine alle degenerazioni dell’attuale contesto, che considera purtroppo il confronto elettorale solo come uno strumento di lotta ideologica contro gli avversari e non come un mezzo per pervenire ad un miglioramento della società.
Gennaio 2021
Prof. Cons.
Pierpaolo RIVELLO Procuratore Generale emerito presso la Suprema Corte di Cassazione NewsComunicazioni dall'Associazione sfoglia
© 2022 Democrazia Senza Partiti - tutti i diritti riservati
powered by Visioneweb
|